sabato 28 aprile 2018

LA CASA DI CARTA: Chi è il Lupo Cattivo?

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La casa di carta (in originale "La casa de papel") è l'ultima novità Netflix che ha riscosso gran successo tra gli appassionati di serie televisive e non solo, ideata dalla geniale mente di Alex Pina. Come suggerisce il titolo originale, è una serie spagnola trasmessa ufficialmente per la prima volta nel maggio 2017 da Antena 3, emittente più importante della penisola Iberica, prodotta da Atresmedia. 


Questa stravolgente serie si apre con l'entrata in scena degli 8 protagonisti che vengono reclutati da un misterioso uomo, chiamato "Il Professore", per mettere in atto una rapina pianificata da anni. Ma non si tratta di un usuale colpo in banca con l'obiettivo di impossessarsi di denaro altrui, no...nella mente del Professore c'è qualcosa di molto più elaborato e colossale; l'idea è quella di irrompere nella Zecca di Stato spagnola, "Fabrica Nacional de Moneda y Timbre", per stampare ben 2 miliardi e 400 milioni di euro. Dunque senza derubare nessun cittadino, ma semplicemente prendendosi gioco dello Stato, così come lo Stato si è preso gioco di loro. 
Gli 8 prescelti di questa "missione impossibile" sono dei professionisti nel campo dell'illegalità, selezionati attentamente proprio per le loro capacità e il loro passato difficile, non hanno nulla da perdere, sono ricercati, con la fedina penale sporca e il desiderio di dare una svolta alla propria vita. L'occasione è tentatrice. 


Per portare a termine i progetto senza complicazioni bisogna però seguire regole rigide ma fondamentali: è proibito fare domande personali, instaurare rapporti tra i componenti e conoscere la vera identità dei compagni. Per garantire l'anonimità vengono, dunque, scelti nomi d'arte, in stile Reservoir Dogs (Le Iene) di Tarantino, che corrispondono a nomi di città:

Tokyo (Ursula Corbero) è una sensibile provocatrice, istintiva pantera nera con il cuore spezzato, ladra esperta e "Sapiosessuale", è in cerca di vendetta in seguito alla morte del suo ragazzo per mano di un agente di polizia. Dall'aspetto ci ricorda la piccola Mathilda in Léon, è la voce narrante della serie e, contro le regole stabilite, avrà una relazione con Rio.


Rio (Miguel Herràn). Il sexy nerd, mago dei computer, è il più giovane del gruppo ma spesso dimostra, nonostante l'aria da Peter Pan, una incredibile maturità. Si è follemente innamorato di Tokyo, con la quale ha intrapreso una clandestina, passionale e irrefrenabile relazione, nonostante lei sia più grande di 12 anni. Insieme desiderano un futuro romantico su un'isola.



Berlino (Pedro Alonso) è a capo dell'operazione, un uomo cinico, viscido e con una inconsueta "sensibilità nel trattare le persone", ma con un estremo senso dell'onore. Impossibile non rimanere affascinati di fronte a l'Odio-Amore che si proverà verso questo personaggio con ben 5 matrimoni alle spalle e una quasi fastidiosa ma contemporaneamente  ammirevole freddezza, anche davanti al suo misterioso e doloroso destino. 

Nairobi (Alba Flores). Falsificatrice estremamente attenta ai dettagli, ironica, esuberante e con un passato infausto che l'ha spinta ad accettare di far parte di questo piano "suicida". Lodevole e commovente il suo degno progetto nel caso in cui il colpo andasse a segno. La differenza caratteriale con Tokyo le porterà ad attrarsi come due calamite diventando grandi amiche. 



Denver (Jaime Lorente) è un irriverente ragazzo, apparentemente arrogante. Una bomba ad orologeria, ma con una profonda etica e sensibilità. Entra a far parte della squadra grazie al padre, Mosca (Paco Tous), ex minatore, che lo coinvolge nella rapina per toglierlo dai guai e da una vita di sopravvivenza tra droga e microcriminalità, inserendolo probabilmente in guai ancor più grossi.


Mosca è infatti appena uscito di prigione e desidera, con il figlio, di avere finalmente una vita tranquilla e serena. Due sognatori che durante il corso delle puntate ci emozioneranno e commuoveranno.
Helsinki e Oslo (Darko Peric e Roberto Garcia). Due compagni grossi e forzuti, perfetti soldati con l'aspetto di Hulk, ma un cuore sorprendentemente tenero. 

E infine, ma non per importanza, Il Professore (Alvaro Morte, già visto, purtroppo, nella famosa soap opera IL SEGRETO). L'ideatore di tutto il piano, una abile e astuto comunicatore, amante degli origami, dall'aspetto distinto e gentiluomo. Nulla si sa di lui, nessun documento e informazione, viene definito un fantasma. Un Clark Kent timido e impacciato di cui ci si può fidare e con cui confidarsi, ma dietro il quale si nasconde un  "Superman" fuorilegge. Ha dedicato quasi tutta la vita ad ideare questa iniziativa, sognata dal padre, anch'egli rapinatore.




Servono 5 mesi di organizziazione, trascorsi in una residenza segreta a Toledo, per mettere a punto ogni dettaglio e imparare nuove tecniche, che serviranno per affrontare ogni imprevisto che avverrà una volta dentro la Zecca di Stato. 5 mesi che verranno sottoposti agli occhi dello spettatore con continui flashback ed ellissi temporali perfettamente posizionati all'interno di ogni scena, facendo conoscere sempre più della personalità dei protagonisti a cui sarà impossibile non affezionarsi e tifare per loro nonostante siano dei criminali.
Una volta fatta irruzione nella Real Casa de la Moneda, gli 8 rapinatori, indossando una tuta rossa (colore protagonista nella fotografia di questa serie) e l'iconica maschera del famoso pittore Salvador Dalì, che con quegli occhi sbarrati trasmette un senso di turbamento, si troveranno a dover gestire 67 ostaggi, ai quali, sotto ordine del Professore che sorveglia l'operazione dall'esterno, non dovrà esser fatto alcun male. Tra le numerose e ferree regole imposte di fondamentale importanza è quella di non provocare feriti, non usare violenza, ma agire pacificamente. Inizierà perciò il lungo "corteggiamento" di negoziazione telefonica tra il Professore e l'ispettore affidato al caso, Raquel Murillo (Itziar Ituño) una donna con gli attributi, un passato doloroso a causa di un ex marito violento con un ordine restrittivo per maltrattamenti e una figlia a cui badare. Raquel è un vero e proprio segugio per i criminali, professionale e razionale. Ma il suo passato sembra perseguitarla rendendola vittima di improvvise crisi di panico, ciò porterà anche lei a dare una svolta incredibile alla propria vita.

             










Ogni mossa della polizia è stata perfettamente prevista dal Professore, che riesce con estrema facilità ad aggirare l'ispettore Murillo e il suo team, ma ovviamente gli imprevisti non mancano. Diventa infatti complesso rispettare le risolute regole da lui stabilite quando si ha a che fare con altre 67 persone rinchiuse nello stesso luogo per ben 5 giorni, ma che ai loro occhi sembrano molti di più. L'Empatia prende il sopravvento e sostituisce le armi; un susseguirsi di colpi di scena, imprevisti e conflitti colmi di suspance e tensione nel quale non mi imbattevo dai tempi di Breaking Bad.


Diverse sono le tattiche messe in atto, dal "Cavallo di Troia" al "Piano Valencia", fino ad arrivare al "Piano Camerun", il più astuto che segnerà la fine della serie. 
La casa di carta dimostra di meritare senza alcun dubbio tutto il successo ottenuto, rappresenta la ribellione verso uno Stato assente, che abbandona i propri cittadini, a cui non viene data una seconda possibilità e che dunque devono crearsela da soli. Le scelte sono due: sacrificare tutta la vita lavorando per una misera paga, vivendo per inerzia...o rischiare una volta sola e poi godersi ogni istante, ribellarsi, con il rischio di morire provandoci.
E' una vera e propria critica ad un sistema capitalistico che, come direbbe Marx, sfrutta le grandi masse, con una produzione non finalizzata al consumo, ma all'accumulo di denaro, creando una distanza sempre più grande tra ricchi e poveri. 
Gli 8 rapinatori sono dei rivoluzionari che sulle note di "Bella Ciao" cercano di riscattarsi da una vita finora per nulla benevola, loro sono la Resistenza. Dunque...chi sono i buoni e chi i cattivi?! 

Numerose le citazioni visive e dialogate a film di grande successo, in particolare al regista Quentin Tarantino, da cui lo stesso Alex Pina ha dichiarato di aver preso ispirazione, ciò è evidente con il susseguirsi di scene, a volte, di una teatrale dramaticità. 



Ciò che inoltre domina questo piccolo capolavoro per il piccolo schermo è indubbiamente l'Amore, che come affermerà Tokyo: "è sempre una buona ragione per mandare all'aria tutto". Un Amore che vien scambiato per sindrome di Stoccolma in alcuni casi, in altri un Amore al quale si tenta di aggrapparsi per sentirsi meno soli, amori impossibili, fraterni, paterni e Amore per la Libertà. Questa serie ci insegna che tutto si può programmare nella vita, ma non di chi innamorarsi (purtroppo, aggiungerei). Certo è che l'amore per i soldi appartiene indistintamente ad ogni essere umano, dunque...come biasimarli.


Inizialmente composta da un'unica stagione di 15 episodi da più di un'ora, per poi essere stata divisa da Netflix in due stagioni da circa 45 min a episodio, La casa di carta è assolutamente tra le serie da recuperare senza esitazione. Si vocifera inoltre un possibile Spin-off centrato sui nostri 8 protagonisti e probabilmente una 3a stagione. 
Cosa state aspettando? CORRETE A GUARDARLA!
-kika

martedì 17 aprile 2018

iZombie: i moderni mangia-cervelli con i "superpoteri".

Al contrario di come si potrebbe pensare dal titolo, no...non si tratta di un nuovo modello di smartphone in grado di trasformare in zombie chi ne sia in possesso, quelli esistono già ;)
iZombie è una serie televisiva statunitense ideata da Rob Thomas e Diane Ruggiero, creatori della celebre serie tv e trasposizione cinematografica "Veronica Mars". 
Ispirata dalla serie a fumetti di Chris Roberson e Michael Allred, prodotta dalla casa editrice Vertigo Comics.
Trasmessa a partire dal 2015 e ancora in produzione con una incredibile 4a stagione. 


Protagonista della serie,vero e proprio cocktail di generi, dalla commedia, al fantasy, horror e poliziesco, è Olivia Moore, Liv per gli amici, "mostruosamente" interpretata da Rose McIver (già vista in Amabili Resti). Liv è una normale studentessa universitaria che studia Medicina a Seattle, finché...durante una festa in barca si trova coinvolta in ciò che sembra a tutti gli effetti un Attacco Zombie, durante il quale viene contagiata.
Apparentemente nulla è cambiato in lei, agli occhi degli altri continua ad essere un banalissimo essere umano, con un aspetto ora un po' emo, pelle di un colore livido ed esangue, occhiaie da far invidia a un insonne cronico (e io ne so qualcosa), capelli ora di uno smorto platino, ma nonostante questo cambiamento estetico Olivia sembra essere la stessa ragazza di sempre.
In realtà quel profondo graffio sul braccio l'ha presto trasformata in un "vero e proprio" zombie, ok...vero e proprio forse non del tutto, il grande padre degli zombie da poco scomparso George A. Romero si rivolterebbe nella tomba all'idea di un mondo in cui gli zombie conservano le proprie facoltà mentali riuscendo a controllare le proprie pulsioni e convivendo con gli uomini. L'unica regola è nutrirsi di almeno un cervello al mese, per evitare di trasformarsi nello zombie Romeriano, che darebbe inizio ad una reale Apocalisse.


Ciò che rende innovativa e coinvolgente questa serie è dato dalle facoltà assunte dai mangia-cervelli una volta nutriti, i quali fanno propria la personalità e i ricordi del mal capitato, ricordi che emergeranno sottoforma di visione, in stile Raven di Disney Channel, freezandoli per tutta la loro durata.
Da quel momento la vita di Liv cambierà drasticamente; quasi prossima al matrimonio con il suo bel fidanzato Major (Robert Buckley), deciderà di interrompere la sua relazione nonostante sia ancora perdutamente innamorata di lui (e come darle torto). 
                                                 

Dopo aver abbandonato gli studi, astutamente trova lavoro in un obitorio, ottimo rifornimento di cibo, dove stringerà una fedele amicizia con il suo capo Ravi Chakrabarti (Rahul Kohli), un simpatico nerd con la battuta sempre pronta, un po' impacciato ma proprio per questo incredibilmente adorabile, potrei sposarlo all'istante! Peccato sia cotto della coinquilina di Liv, Peyton, interpretata da Aly Michalk, che ricordiamo anche per la sua parte in Phil dal Futuro (Ah beata infanzia).







Grazie a questa capacità di osservare i ricordi delle persone di cui mangia il cervello, Liv, affermando di essere una sensitiva, inizierà a collaborare con il detective Babineaux (Malcom Goodwin) per risolvere i misteriosi casi relativi alla loro morte.

iZombie non è certo un capolavoro, nulla di estremamente innovativo o che faccia urlare all'opera d'arte, questo è certo. Ma senza dubbio nella sua semplicità e leggerezza riesce a coinvolgere lo spettatore puntata dopo puntata. Numerosi sono i riferimenti alla cultura pop, le citazioni al mondo videoludico, a film (Shining, Fight Club ecc), altre serie tv (Game of Thrones) e addirittura giochi di ruolo come Dungeons & Dragons (3x09 "Twenty sided, Die"), citazioni spesso mosse dal nostro amato Ravi che con il suo camice e l'aria nerd non può che guadagnarsi il premio come miglior personaggio della serie (Imho). 


Ogni episodio si apre con una più che godibile sigla in stile fumetto sulle note di "Stop, I'm Already Dead" di Deadboy and The Elephant Man.
Inoltre lo stesso passaggio da una scena all'altra è spesso accompagnato da una visuale a fumetti, proprio per riprendere l'opera da cui è tratta. 


Con una trama centrale che si sviluppa velocemente, iZombie è inoltre accompagnata per ogni episodio, di circa 45 minuti l'uno, da sotto-trame, che corrispondono ai casi a cui Liv, con il detective Babineaux dovrà indagare, rendendo la serie mai noiosa o pesante. Ciò soprattutto grazie alle diverse e inusuali personalità e abilità che Olivia assumerà in ogni puntata, divertendo lo spettatore il quale si troverà di fronte una protagonista prima amante erotica della pittura, poi cantante country, dominatrice BDSM, versione Desperate Housewife e chi più ne ha più ne metta. Da far invidia a James McAvoy in Split. 

Nonostante la comicità e leggerezza a tratti trash, questa è pur sempre una serie che parla di zombie, un po' atipici ma comunque zombie, dunque ritroviamo spesso scene splatter e inquietanti, che potrebbero disgustare i deboli di stomaco, ma per chi come me ama il genere e a cui decisamente un po' di sangue non dispiace, è sicuramente un motivo in più per guardarla. Soprattutto se a mietere vittime è il cattivissimo Blain (David Anders), un Billie Armstrong biondo, in realtà duro dal cuore tenero che vede nella sua nuova natura di zombie un'occasione per riscattarsi da una vita per niente facile e un padre padrone assente.

 


Ottima per le serate in compagnia tra amici, ma anche nella solitudine della propria cameretta per risollevarsi il morale e tenersi compagnia, iZombie è sicuramente la serie che segna un nuovo modo di vedere queste strane creature ghiotte di carne umana, non più dei mostri incontrollabili, dei non-morti/non-vivi che traballano decomposti e perdono pezzi, ma dei razionalissimi quasi umani dal colorito sospetto che trafficano cervelli dall'aspetto gelatinoso e per nulla realistico (non che io abbia mai visto e mangiato un cervello umano eh..........forse). 

Menzione d'onore è d'obbligo farla verso le scene in cui Liv prepara dei succulenti piatti a base di cervello, una versione decisamente più soft di Hannibal, ma ugualmente ipnotizzante e anche se dovrebbe in qualche modo disgustarmi...un po' di fame ammetto che mi venga. BRAAAINS!!


Correte a guardarla e non dimenticatevi di limarvi le unghie!!


-kika